Perizia Fotografica

La perizia fotografica consiste nell’acquisizione e nell’analisi di fotografie o immagini, tramite strumentazione e metodologie specifiche, con finalità che possono andare dalla verifica dell’integrità e assenza di manipolazioni alla richiesta di miglioramento delle immagini o riconoscimento/comparazione dei soggetti.

Le perizie sulle fotografie possono essere realizzate sia su scatti digitali sia su immagini analogiche (es. fotografie cartacee, diapositive, etc…) che ovviamente necessiteranno di digitalizzazione per poter essere sottoposte ad analisi forense.

In caso di richiesta di perizia antropometrica, i tecnici forensi provvederanno a verificare la somiglianza dei soggetti, a ricavarne misure come altezza, forma de viso, postura, caratteristiche specifiche della deambulazione, etc..

Tramite tecniche di video e image forensics è possibile, altresì, verificare se una fotografia è stata manipolata, contiene manipolazioni o alterazioni, se è stata falsificata, montata ad arte, se si tratta quindi sostanzialmente di un fotomontaggio. La verifica non coinvolge soltanto il contenuto delle immagini ma spesso vengono richieste ulteriori informazioni o immagini, scattate ad esempio dalla stessa fotocamera/cellulare/smartphone. Quando possibile, si suggerisce l’analisi del dispositivo di scatto, che deve ovviamente essere messo a disposizione da chi ha scattato le fotografie soggette a verifica di falso.

Le tecniche di riconoscimento dei falsi utilizzate spaziano dai tradizionali ELA alle metodologie più avanzate, anche se non sempre possono produrre risultati positivi in caso di effettiva manipolazione dell’immagine. Esistono infatti alcune tecniche di falsificazione delle immagini particolarmente complesse da rilevare, che riescono a nascondere le tracce della manipolazione tramite rimaneggiamento e codifica delle immagini (es. JPG).

Vi sono, tra l’altro, diversi casi nei quali invece della manipolazione post-scatto dell’immagine, la falsificazione avviene prima, cioè tramite ciò che viene chiamato staging: la predisposizione di soggetti creati ad arte ai quali viene poi fatto uno scatto originale, dall’analisi del quale non risulterà nessuna traccia di falso o artefazione. Un esempio può essere quello di un disco volante giocattolo fotografato mentre in volo, magari leggermente mosso e sfocato: la fotografia risulterà autentica ma il soggetto ovviamente no. Anche in questo caso, è possibile tentare di certificare la presenza di falso ma tramite tecniche diverse da quelle che si applicano sulle immagini: si valuteranno luci, prospettiva, effetti tridimensionali (talvolta i soggetti vengono prodotti in due dimensioni), fuoco e altri parametri rilevanti.

Al contrario, spesso il cliente può essere interessato alla certificazione dell’originalità e integrità di fotografie, finalizzate alla produzione in una causa civile o in un processo penale in Tribunale. Per utilizzare una fotografia come prova in Giudizio, infatti, è necessario che il processo di acquisizione forense segua i criteri stabiliti dalle best practice d’informatica forense e sia conforme alle leggi che regolano l’acquisizione della prova a fini giudiziari. A seguito di acquisizione conforme, si suggerisce un’analisi dell’originalità delle immagini, dell’integrità del contenuto e dei metadati, con certificazione di assenza di tracce di manipolazione o alterazione.


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