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AIEA - Mobile Forensics a Torino

Seminario su smartphone forensics per AIEA a Torino

Venerdì 10 maggio 2019 dalle ore 11:30 alle 13:00 si terrà a Torino la Sessione di Studio con approfondimento sulle attività di perizia informatica e indagine digitale su smartphone e cellulari, dal titolo “Dammi il tuo smartphone e ti dirò chi sei…”. Il seminario si terrà presso il Collegio Universitario Renato Einaudi – Sezione Crocetta – in
Corso Lione 24, a Torino.

AIEA - Mobile Forensics a Torino

L’amico Mattia Epifani ci parlerà della storia della mobile forensics e di come si è evoluta fino ai giorni nostri, raggiungendo livelli di complessità notevoli dovuti al sempre più presente cloud, cifratura e protezioni da parte dei produttori che rendono difficile talvolta accedere ai dati delle applicazioni. Mattia Epifani mostrerà come è facile, su alcuni dispositivi, sbloccare la protezione del pin o della password di accesso e entrare nello smartphone potendone visionare e acquisire i contenuti nella loro interezza.

Il mio intervento verterà su alcuni esempi pratici di acquisizione di smartphone Android e iPhone tramite strumentazione open source, che seppur in modo limitato permette di raggiungere un buon livello di completezza e correttezza in termini informatica forense e livello di dettaglio. Mostrerò come è possibile, ad esempio, acquisire in maniera forense chat Whatsapp cifrate e decifrarle successivamente estraendo poi i messaggi o le conversazioni d’interesse, il tutto utilizzando strumenti gratuiti e open source come la live distro Tsurugi Linux per informatica forense.

Verranno infine presentate alternative alla mobile forensics tradizionale, come chip off, jtag, strumenti di sblocco di pin e password come Grayshift e CAS della società Cellebrite con approfondimenti sulle analisi di chat, social network e cloud.

Convegno su blockchain per Consiglio Notarile di Viterbo

Blockchain, criptovalute e Bitcoin: applicazioni in ambito notarile

Venerdì, 15 marzo 2019 si terrà il seminario di aggiornamento professionale per Notai, in collaborazione con il Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Viterbo e Rieti, con argomenti di attualità e relatori di altissimo valore professionale.

Il seminario, proposto da FormazioneWebTV e JusWeb, è nato dall’esigenza di fornire al Notaio un quadro esauriente delle tecnologie basate sulla blockchain, con particolare riferimento ai profili giuridici e fiscali ed alle possibili applicazioni pratiche, quali le stipule in bitcoin e le operazioni societarie in criptovalute con le connesse implicazioni in ambito antiriciclaggio. Al tempo stesso, durante il convegno il notaio già informato o formato su questi argomenti avrà l’opportunità di confrontarsi con esperti per approfondire eventuali problemi emersi nel corso dell’attività professionale. Un percorso tra tecnologia e diritto, anche alla luce del d.l. 135/2018 che riconosce il valore giuridico dei dati certificati tramite blockchain

Convegno su blockchain per Consiglio Notarile di Viterbo

Il CNN ha attribuito 10 Crediti Formativi al convegno, che è possibile seguire da remoto, in diretta, tramite accesso all’area riservata del sito FormazioneWebTV. Per informazioni su costi o iscrizioni, consigliamo di visionare la pagina ufficiale sul seminario per notai che si terrà a Viterbo.

Il mio intervento come relatore sarà introduttivo e verterà sulle basi della blockchain e del bitcoin, con cenni alle potenzialità investigative tramite blockchain forensics e intelligence, alla raccolta e analisi della prova digitale in ambito di cripotomonete, al sequestro di bitcoin e cryptocurrencies

Il programma completo del seminario sulla blockchain per notai, che durerà tutta la giornata di venerdì, è il seguente:

Presiede 
Federico Tedeschi Porceddu, presidente del Consiglio notarile Viterbo/Rieti 

9,30/13,30 

Paolo Dal Checco, titolare dello Studio tecnico d’informatica forense, CTP e CTU in Torino 
Introduzione tecnica e storica su blockchain e criptovalute

Raffaele Battaglini, avvocato, Battaglini-De Sabato Law Firm 
Blockchain / Smart Contracts / ICO – aspetti giuridici essenziali

Remo Maria Morone, notaio in Torino 
Stipulare in bitcoin

Eugenio Stucchi, notaio in Carmagnola (TO), Commissione informatica del notariato 
Il conferimento in società di criptovalute

Stefano Capaccioli, dottore commercialista in Arezzo, membro del gruppo esperti Blockchain del Ministero dello sviluppo economico 
Utilizzo di criptovalute all’interno della contabilità, Intervento fuori programma 

Dibattito e quesiti ai relatori 

PAUSA 

15,00 – 18,00 

Vincenzo Aguì, ricercatore, cofondatore di Helperbit 
Tokenizzazione e altri ambiti operativi della blockchain di interesse notarile

Stefano Massarotto, dottore commercialista tributarista, partner dello Studio tributario Facchini Rossi & Soci in Milano e Roma 
Il regime fiscale delle criptovalute e delle ICOs

Marco Tullio Giordano, avvocato in Milano, R&P Legal Studio Associato 
Antiriciclaggio e criptovalute

Dibattito e quesiti ai relatori 

SWGDE Draft on Digita Evidence for Public Comment

SWGDE pubblica bozza di nuove linee guida per informatica forense

Lo Scientific Working Group on Digital Evidence ha pubblicato da pochi giorni le nuove linee guida per regolamentare alcune aree della digital forensics, in particolare l’acquisizione e analisi di smartphone e cellulari, l’image e video forensics, l’utilizzo delle funzioni hash MD5 e SHA256 nella digital forensics e multimedia forensics e per concludere la comparazione visiva di immagini.

SWGDE Draft on Digital Evidence for Public Comment

Lo SWGDE – Scientific Working Group on Digital Evidence – riunisce dal 1988 organizzazioni impegnate nel capo dell’acquisizione e analisi di prove digitali multimediali e digitali e mira a rafforzare la collaborazione fra enti oltre alla qualità e coerenza delle attività svolte dalla comunità d’investigatori, analisti e periti informatici che si occupano quotidianamente d’informatica forense. Inizialmente, l’associazione è statafin dall’inizio composta da membri d’istituzioni come ATF, DEA, FBI, IRS-CID, US Customs, US Postal Inspection Service e il US Secret Service. La NASA e il Department of Defense Computer Forensics Laboratory hanno partecipato fin dagli esordi, seguiti da  rappresentanti del North Carolina, Pennsylvania e Illinois State Crime Laboratories che con il Florida Department of Law Enforcement sono poi stati seguiti da agenzie locali. La voce dell’SWGDE è quindi autorevole e da anni considerata portatrice di linee guida che tendono a diventare spesso standard nelle interpretazioni delle varie forze dell’ordine locali o consulenti informatici forensi.

I documenti pubblicati pochi giorni fa dall’SWGDE sono quattro e dettagliano quattro aree dell’informatica forense finalizzata alla produzione di una perizia informatica a uso legale, con lo scopo di definire linee guida che possono essere commentate e integrate – in bozza – per giungere a un documento finale condiviso.

SWGDE Best Practices for Mobile Device Evidence and Collection, Preservation, and Acquisition

Pubblicato nella versione 1.0 del 4 dicembre 2018, si tratta di un documento che illustra le pratiche da seguire per la raccolta, conservazione e acquisizione di prove digitali da smartphone, cellulari e dispositivi mobili, disciplina nota come mobile forensics e che riguarda proprio l’attività di perizia su cellulari e smartphone. La raccolta e la conservazione dei dati dei cellulari viene eseguita sul campo o in laboratorio e in entrambi i casi i tecnici forensi necessitano di linee guida per raccogliere, preservare e acquisire le evidenze digitali che poi dovranno essere utilizzate per la produzione di perizie informatiche a uso legale per produzione in giudizio.

SWGDE General Photography Guidelines for the Documentation of Evidence Items in the Laboratory

Pubblicato nella versione 1.0 del 4 dicembre 2018, consiste in un elenco di linee guida sulla documentazione fotografica dei reperti in laboratorio per documentare le condizioni precedenti, contemporanee e successive all’analisi delle evidenze digitali nell’ambito della perizia informatica. Le informazioni contenute nel documento sono destinate a chi opera fotografie in ambito d’informatica forense, senza entrare nei dettagli della comparazione d’immagini.

SWGDE Position on the Use of MD5 and SHA1 Hash Algorithms in Digital and Multimedia Forensics

Pubblicato nella versione 1.0 del 4 dicembre 2018, lo scopo del documento è quello d’illustrare come l’utilizzo degli algoritmi di hash MD5 e SHA1 risulti accettabile per alcune funzioni nelle discipline di digital forensics e multimedia forensics, nonostante gli algoritmi siano stati ritenuti inadeguati dal punto di vista crittografico per applicazioni di più ampio respiro.

SWGDE Technical Overview for Forensic Image Comparison

Pubblicato nella versione 1.0 del 4 dicembre 2018, il documento fornisce a chi si avvicina all’analisi forense delle immagini un’infarinatura sulla storia della comparazione forense delle immagini e della fondazione tecnica, metodologica, delle limitazioni del confronto delle immagini a fini giudiziari.

Man in the Mail - Truffa bonifico con falso IBAN via email

Crescono gli attacchi di “Man in The Mail”, la truffa dei bonifici a falsi IBAN

Man in the Mail - Truffa bonifico con falso IBAN via emailSono anni che si parla della truffa dei bonifici deviati in modo fraudolento verso falsi IBAN ai quali le aziende inviano fondi destinati a fornitori a fronte di false fatture modificate ad hoc da criminali che si sono insinuati nelle caselle di posta elettronica al fine di spiare le comunicazioni tra cliente e fornitore. L’FBI ha segnalato ormai da tempo il problema come una delle truffe maggiormente in voga nei confronti delle aziende e anche in Italia se n’è parlato in TV, sui giornali e online.

Nonostante questo, novembre è stato un mese nero per le truffe bancarie dei bonifici di tipo Man in The Mail (MITM) che prendono anche il nome di “Man in The Middle”, “BEC Scam”, “Wire fraud”, “Business Email Compromise”, “BEC Fraud” o ancora “Bogus Invoice Scheme”, “Supplier Swindle” o “Invoice Modification Scheme”. Se durante l’anno abbiamo ricevuto segnalazioni con frequenza di due o tre truffe al mese, nelle settimane di novembre le segnalazioni di Man in The Mail sono salite a diverse truffe al giorno.

Non è chiaro il motivo per il quale gli attacchi di falsificazione delle coordinate bancarie IBAN via email si sono fatti più aggressivi e pervasivi, al punto da colpire piccole, medie e grandi imprese, utilizzando persino IBAN ospitati presso enti bancari italiani, che dal punto di vista del riciclaggio e il rischio di blocco dei fondi diventano più complicati da gestire per i criminali.

L’FBI dichiara – nel suo rapporto del luglio 2018 – di aver conteggiato dall’ottobre 2013 al maggio 2018 ben 78.617 casi di Man in The Mail per una perdita totale di oltre 12 miliardi di dollari, cifre in aumento costante nonostante la consapevolezza di questa truffa stia cominciando a essere più presente fra le aziende.

Le modalità con le quali i criminali ottengono l’accesso ai dati riservati delle aziende tramite man in the middle, in particolare alla loro posta elettronica e alle loro fatture, cambia di volta in volta, così come la tecnica utilizzata per alterare i codici IBAN all’interno delle fatture originali, così da deviare il bonifico verso conti spesso poco tracciabili o dai quali, in ogni caso, i fondi verranno rimossi non appena arrivati grazie ai bonifici disposti volontariamente dalle vittime.

Da anni il metodo principale con cui avviene il man in the middle degli IBAN rimane il phishing, cui bisogna prestare massima attenzione, perché le difese tecnologiche spesso sono insufficienti di fronte a un operatore che fornisce le proprie credenziali ai delinquenti, anche tramite telefono (mediante il cosiddetto “vishing”, come è avvenuto pochi giorni fa) o SMS (in questo caso il fenomeno si chiama “smishing”) e persino via FAX. La percezione degli utenti è spesso quella del “mi hanno hackerato la mail” o “mi hanno bucato la casella di posta elettronica“, in realtà sono stati loro a fornire le credenziali agli attaccanti o persino il cookie di sessione, come mostrerò più avanti.

Precauzioni come l’autenticazione a due fattori (la cosiddetta “2fa”, “two factor authentication“) riducono il fenomeno ma non lo eliminano del tutto: è infatti possibile per i delinquenti rubare dalle vittime i cookie di sessione ed entrare direttamente nell’account di posta senza dover inserire username o password.

Phishing come vettore del Man in The Mail

Oltre al phishing, uno dei vettori più comuni per il man in the mail è l’infezione tramite malware o trojan dei PC o degli smartphone di chi esegue movimenti e bonifici bancari. Tramite l’invio di una finta fattura, nota di credito, istanza o altro i criminali trasmettono in realtà un “dropper”, un programma in grado di scaricare il malware e installarlo sul PC, dove questo sarà in grado di spiare le attività dell’utilizzatore e carpire le password. Banalmente, dopo alcuni giorni o settimane di monitoraggio, i delinquenti procedono con la registrazione di domini simili a quelli di una delle due aziende coinvolte e all’invio delle email fake, con gli IBAN errati, così da trarre in inganno le vittime.

Ultimamente abbiamo rilevato diversi casi di Man in The Mail perpetrati attraverso l’accesso diretto alla casella di posta tramite protocollo IMAP, grazie al quale i criminali sostituiscono direttamente le email arrivate al cliente, lasciando intatto il testo ma modificando l’allegato PDF contente la fattura con il codice IBAN corretto che viene modificato indicandone uno diverso. Il cliente, scaricando la mail “farlocca”, pagherà la merce o i servizi al conto bancario IBAN sbagliato, intestato appunto ai delinquenti o in realtà a dei prestanome. In sostanza, il cliente riceve la mail corretta dal fornitore (il cui account quindi non è stato compromesso) ma quando la scarica, l’allegato PDF è diverso, il tutto grazie alla possibilità del protocollo IMAP di sostituire una mail (o l’allegato, nel caso specifico la fattura originale con il vero IBAN) lasciandola sul server in modo che la vittima possa scaricarla già falsificata.

IMAP come mezzo per Man in The Mail e BEC Scam, business email compromise

Oltre a utilizzare sempre più spesso direttamente il protocollo IMAP per sostituire le mail originali con quelle false contenenti la fattura con IBAN modificato, una precauzione molto spesso presa dai truffatori è quella d’impostare un inoltro, o forward, su una o più caselle compromesse, così da evitare che i proprietari possano leggere le email inviate dai reali clienti o fornitori.

Una volta incassate le somme estorte con l’inganno i ladri procedono, tramite “money mule“, a svuotare il conto su cui vengono ricevuti i bonifici di chi è stato truffato, attraverso prelievi di contante o trasferimenti irreversibili mediante servizi di money transfer. In alcuni casi, il cash out e il money laundering viene fatto persino tramite acquisto di bitcoin. Questo è uno dei motivi per i quali le truffe di tipo Man in The Mail spesso non permettono l’annullamento o lo storno dei bonifici o il recupero delle cifre bonificate, che sono già state immediatamente svuotate dal conto della banca ricevente. In alcuni casi, fortunatamente, è possibile contattare immediatamente la banca che ha ricevuto il bonifico sull’IBAN farlocco per imporre il blocco dei fondi, cosa fattibile quando la banca di appoggio dei criminali è ad esempio in Italia, cosa difficile quando l’istituto bancario si trova all’estero in paesi lontani o poco collaborativi.

Lo Studio, per questo tipo di reati, esegue perizie su truffe bancarie di tipo “Man in The Mail” con bonifici su falsi IBAN finalizzate a identificare le modalità dell’attacco alla casella di posta o ai sistemi informatici ma soprattutto a capire chi è stato compromesso, se il compratore o il venditore. Dal punto di vista di un eventuale risarcimento, la perizia informatica sulla truffa degli IBAN cambia radicalmente la prospettiva nel caso in cui il raggiro sia avvenuto a causa della compromissione degli account o dei sistemi del fornitore/venditore, in tal caso il cliente che ha bonificato verso l’IBAN sbagliato può tentare di esonerarsi dalla responsabilità e ottenere comunque la merce o i servizi. In altri casi, non riuscendo a identificare correttamente la responsabilità di chi è stato causa indiretta della truffa (cioè colui che ha avuto l’indirizzo di posta elettronica bucato o i sistemi compromessi) si può tentare un accordo o conciliazione al 50%. Anche le banche possono essere coinvolte in una eventuale richiesta di risarcimento, con maggiore difficoltà, ma in alcuni casi i profili di responsabilità possono essere valutati andando oltre il cliente e il fornitore.

CAINE 10 distribuzione forense in download

Caine 10.0, online la distribuzione d’informatica forense “Infinity”

CAINE 10 distribuzione forense in downloadCAINE 10, distribuzione Linux d’informatica forense con codename “Infinity”, è disponibile per il download. CAINE è una distribuzione forense basata su Linux e utilizzata quotidianamente da consulenti informatici forensi e Forze dell’Ordine per attività di digital forensics e investigazioni digitali.

Pochi giorni dopo l’uscita della nuova distribuzione forense Tsurugi Linux, qualche settimana dopo l’uscita delle distribuzioni forensi DEFT Zero 2018.2DEFT XVA, riportiamo con piacere l’uscita dell’ultima versione di CAINE, ormai consolidata distro forense contenente svariati strumenti preconfigurati per gestire attività di perizia informatica, avviabile in modalità “live”, installabile su PC oppure macchina virtuale.

L’avvio della distro per informatica forense CAINE 10, come al solito, permette di scegliere una modalità “compatibile” con hardware anche obsoleti, lo start in modalità grafica normale o con driver ridotti, in RAM e in modalità debug. In modalità BIOS, la distro forense CAINE si avvia con la schermata di boot seguente:

CAINE avvio distribuzione forense

In modalità UEDI, la distribuzione forense CAINE 10 si avvia con la seguente splash screen di scelta delle modalità di boot:

Caine distro forense in modalità UEFI

CAINE 10 possiede nuovi strumenti di acquisizione e analisi forense, tool per OSINT, Autopsy 4.9, supporto per APFS ready, BTRFS forensic tool, supporto per dispositivi SSD NVME, tool per acquisizione e analisi forense di smartphone, memoria, database e tanto altro. Il server SSH è disabilitato di default ma è sufficiente leggere la pagina del manuale per riabilitarlo.

CAINE 10 strumenti di acquisizione e analisi disco

CAINE 10.0 possiede una sezione di strumenti per Windows dedicati a incident response e live forensics, entrambi attività diffuse in ambito di perizia informatica forense. E’ possibile utilizzare il framework di proprio gradimento, modificando gli strumenti memorizzati sulla pendrive, come ad esempio Nirsoft suite + launcher, WinAudit, MWSnap, Arsenal Image Mounter, FTK Imager, Hex Editor, JpegView, Network tools, NTFS Journal viewer, Photorec & TestDisk, QuickHash, NBTempoW, USB Write Protector, VLC, Windows File Analyzer, HibernationRecon by Arsenal Recon.

Per bloccare e sbloccare la possibilità di scrivere sui dispositvi, CAINE fornisce lo strumento grafico “Unblock”, presente direttamente sul desktop, che imposta le proprietà di blockdev in scrittura o lettura sui dispositivi. Se non viene sbloccato un dispositivo impostandolo in “read-write” è impossibile non soltanto montare in scrittura il disco, ma anche scriverci sopra a basso livello tramite comandi come dd o dcfldd.

Caine 10 write block protezione blocco e sblocco scrittura

Rimane comunque la possibilità di impostare le proprietà di blocco in scrittura dei dischi anche da linea di comando, tramite i comandi “blockdev –setrw /dev/sdX” e “blockdev –setro /dev/sdX“, con “sdX” il device sul quale s’intende abilitare (con il parametro “–setwr”) o disabilitare (con il parametro “–setro”) la scrittura.

Una volta bloccato o sbloccato da scrittura un dispositivo, è comunque necessario – per scriverci o leggerne il contenuto – eseguire il comando “mount” con gli opportuni parametri “-o ro” (per montare in sola lettura, read-only) oppure “-o rw” (per montare in lettura e scrittura – read-write) da linea di comando oppure dal mounter grafico, cliccando sull’iconcina in basso nella barra delle applicazioni.

CAINE Linux mounter per i dischi in read only o read write

CAINE 10.0 può essere scaricato dal link principale riportato anche sul sito Caine Live o da altri mirror come GARR, HALIFAX o CFItaly, una volta scaricata l’immagine ISO della piattaforma è sufficiente masterizzarla su di un DVD oppure riversarla su pendrive USB tramite strumenti come Rufus, UnetBootIn o Etcher.