Venerdì 17 Maggio 2024 dalle 14:30 alle 18:30 presso la Questura di Roma in Via di S. Vitale, 15 si terrà il seminario su “Il Sequestro di cryptovalute: aspetti teorici e pratici”, organizzato dall’associazione Lab4Int, in collaborazione con il SAP nazionale, con docenti Paolo Dal Checco e Sandro Rossetti, entrambi soci fondatori Lab4Int. Il seminario si colloca all’interno dei corsi di formazione “Digital Intelligence” organizzati da Lab4Int per le Forze dell’Ordine.
Durante la lezione, in presenza a Roma, verranno illustrate brevemente le basi della bitcoin forensics, cryptocurrency forensics e cryptocurrency intelligence, seguite dalle indicazioni operative per il sequestro di cripotomonete come Bitcoin, Ethereum e token. Nel corso della lezione verrà mostrato un caso pratico di sequestro a partire da oggetti rinvenibili durante una perquisizione, dai quali i partecipanti dovranno ricavare informazioni utili per una successiva confisca delle monete matematiche. Verrà mostrata agli allievi la distribuzione Anubitux, dedicata alle attività d’indagine sulle criptovalute e contenente strumenti per eseguire transazioni, sequestri, analisi in totale sicurezza. Durante la lezione, verranno forniti cenni sulle metodologie e gli strumenti per le indagini forensi sulle criptovalute, il tracciamento e la deanonimizzazione.
MSAB, in collaborazione con MBS Engineering, organizza un evento in presenza che si svolgerà giorno giovedì 5 ottobre 23 a Roma presso l’Hotel Empire dalle ore 8:30 alle ore 17:00.
L’argomento oggetto del meeting sarà: “Sulle Tracce Digitali: Processi Estrattivi ed Analisi per un’Indagine Efficace”.
Durante il corso della giornata gli ospiti avranno l’opportunità di assistere a presentazioni di importanti esperti del settore Digital Forensics, esponenti di pubbliche autorità europee ed esperti italiani delle relative realtà aziendali coinvolte. Gli ospiti tratteranno di problematiche relative alle indagini digitali, alle intercettazioni, ai captatori informatici e malware, all’OSINT, al riconoscimento delle immagini a fini di Giustizia, alla mobile forensics.
L’evento è gratuito, ma è necessario registrarsi al link che verrà indicato, in quanto i posti sono limitati.
Il programma definitivo vede la partecipazione di:
Antonio Broi – Vision, Brigadiere in forza al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, massimo esperto di Digital Forensics, Python Scripting ed Image Recognition (“Mobile Forensics: codice open source e codice closed source: due facce della stessa medaglia.”)
Marco Zonaro, Massimo esperto di Digital e Mobile Forensics, perito forense per P.G. e A.G., autore e divulgatore (“Intercettazione di comunicazioni cifrate. Tra evoluzione tecnologica e sistemi di captazione un gap tecnologico ancora incolmabile.”)
Paolo Dal Checco, Consulente informatico forense, massimo esperto in attività di Digitale Mobile Forensics, analisi di Osint, malware e criptovalute, docente universitario, autore e divulgatore (“Digital Forenics: nuove sfide e possibili soluzioni.”)
Mauro Manolo Belmonte, Amministratore Delegato di MBS Engineering, consulente tecnico di diverse Procure della Repubblica, esperto di Digital Forensics (“L’Intelligenza Artificiale al servizio delle investigazioni: approfondimenti di strumenti di analisi delle Chat attraverso l’ausilio di CIT Chat Detective”)
Ghennadii Konev, MSAB North Mediterranean Product Specialist (“ XRY Pro: Android exploits, great value at an exceptional price.”)
Gustav Björk, MSAB Software Developer (“Reverse engineering with JADX and Frida.”)
Giovanni Maria Castoldi, MSAB North Mediterranean Area Sales Manager. (“Tutto ciò che non sapete di XRY Office Logical & Physical”)
I responsabili di E-Trace, rivenditore esclusivo MSAB per il territorio italiano.
L’evento è completamente gratuito ed un business lunch, così come le pause caffè, saranno offerte a tutti i partecipanti. Non esitate a registrarvi in anticipo al seguente link: https://www.msab.com/it/resources/events-webinars/evento-msab-con-mbs-051023/.
Per motivi legati alle attuali circostanze i posti sono limitati e la partecipazione sarà garantita dall’ordine di registrazione.
Nel mese di gennaio hanno preso il via le audizioni per la 2a Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’Indagine Conoscitiva sulle Intercettazioni promossa a dicembre dello scorso anno, durante la quale sono stati invitati a Roma presso il Senato della Repubblica esperti di diverse categorie a relazionare sul tema delle intercettazioni, così da fornire alla Commissione le nozioni essenziali per poter comprendere in modo compiuto il fenomeno.
Durante le prime quattro audizioni sono stati ascoltati, tra gli ospiti invitati dalla Commissione, quattro informatici forensi: l’Ing. Paolo Reale, il Dott. Paolo Dal Checco, l’Ing. Lelio Dalla Pietra e il Dott. Fabio Milana. Sono già stati programmati ulteriori incontri, durante i quali sono stati invitati prestigiosi relatori facenti parte di diverse categorie che potranno fornire contributi strategici alla Commissione sul tema delle Intercettazoini.
I limiti di ammissibilità, i presupposti e le forme di autorizzazione, di disposizione ed esecuzione delle intercettazioni, sia preventive sia a fini processuali;
Le fattispecie di reato per cui esse vengono autorizzate;
I dati statistici numerici e relativi costi analitici delle intercettazioni disposte negli ultimi 5 anni, accorpati per tipologia di reato, per tipologia di intercettazioni (telefoniche, ambientali, trojan,whatsapp, web e darkweb), autorità giudiziaria richiedente, numero di indagati, numero proroghe e esito dei procedimenti;
I costi delle trascrizioni delle intercettazioni e i costi per archiviazione, trattamento, salvataggio e copie forensi;
L’impatto della nuova disciplina delle intercettazioni ed i costi a due anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 216 del 2017;
Le intercettazioni eseguite attraverso ascolti telematici, trojan ed altri strumenti informatici;
I limiti all’utilizzabilità delle intercettazioni e il divieto di utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni disposte in procedimenti diversi;
I rischi per la riservatezza e la tutela della privacy;
Le fughe di notizie e l’utilizzazione del materiale captato con particolare riferimento al ruolo, ai diritti e alle responsabilità dei mass-media;
I dati dei siti esteri su cui vengono pubblicate le intercettazioni (trascritte) al fine di aggirare il divieto di loro pubblicazione;
Le violazioni eventualmente imputabili ai pubblici ufficiali o agli avvocati;
I comportamenti e le responsabilità degli operatori telefonici e la collaborazione in outsourcing delle società private;
La sicurezza dei luoghi fisici e immateriali in cui i dati vengono conservati.
La Commissione ha aperto le audizioni giovedì 12 gennaio 2023, con l’audizione dell’informatico forense Ing. Paolo Reale, cui sono seguite altre tre audizioni con la partecipazione di colleghi esperti in digital forensics invitati dalla commissione.
La qualità degli interventi è stata notevole, non soltanto degli informatici forensi, ma di tutti gli auditi, ed è stata ulteriormente arricchita dalle domande dei Senatori che hanno spesso colto i punti salienti delle questioni tecniche, giuridiche e relative alla privacy legate alle intercettazioni, in particolare a quelle tramite Captatori, noti anche con il nome di anche Trojan di Stato o Malware di Stato.
Le audizioni in Senato pubbliche e visibili sia sul sito del Senato sia su quello di Radio Radicale, si ritiene quindi utile fornire qui di seguito una raccolta di tutti i link relativi alle audizioni sui Captatori e Trojan di Stato, sia quelle alle quali hanno partecipato Consulenti in Informatica Forense sia quelle successive, così da permettere a chi volesse usufruire di una tale notevole base di conoscenza l’ascolto e la lettura delle trascrizioni automatiche a partire dalla prima audizione. Insieme ai link ai video presenti online vengono indicati anche i timestamp d’inizio delle audizioni degli esperti in digital forensics.
Giovedì 12 gennaio 2023, Paolo Reale
La Commissione Giustizia, giovedì 12 gennaio, riunita a Roma presso il Senato e presieduta dalla presidente della Commissione giustizia della Camera Giulia Buongiorno, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni, ha svolto le audizioni di Giuseppe Santalucia, Presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Gian Domenico Caiazza, Presidente dell’Unione delle camere penali italiane e Paolo Reale, Consulente di Informatica Forense (audizione al minuto 00h:55m:40s del video).
Martedì 17 gennaio, la Commissione Giustizia, per il seguito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni, ha audito Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, Bruno Azzolini, Presidente Sezione GIP Tribunale di Roma, Giorgio Spangher, Professore Ordinario di Procedura Penale presso La Sapienza di Roma, Paolo Dal Checco, Consulente Informatico Forense (audizione al minuto 01h:28m:04s del video).
Seguito indagine conoscitiva sulle intercettazioni: audizioni in Commissione 2a. La Commissione Giustizia, per il seguito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni, ha svolto una serie di audizioni e martedì 24 gennaio 2023 ha ascoltato Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, Elio Cattaneo, presidente dell’Associazione Lawful Interception, Gianluigi Gatta, professore, Ordinario di Diritto Penale all’Università degli Studi di Milano e l’informatico forense Lelio Della Pietra (audizione al mimnuto 00h:50m:45s del video).
Giovedì 26 gennaio, sono stati auditi, sempre nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle intercettazioni promossa dalla 2a Commissione Giustizia presso il Senato della Repubblica Italiana, Fabio Milana, consulente esperto in informatica forense (audizione al minuto 00h:01m:00s del video), Francesco Morelli, Professore associato di Diritto processuale penale e Vittorio Manes, Professore ordinario di Diritto penale.
Sono disponibili, al minuto 00h:01m:00s, il video con trascrizioni automatiche dell’intervento del consulente esperto in informatica forense Fabio Milana sul sito di Radio Radicale e il solo video anche in alta qualità sul sito del Senato, sul sito del Senato è disponibile la pagina relativa all’audizione
Martedì 31 gennaio 2023
La Commissione Giustizia, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni, svolge una serie di audizioni. Martedì 31 gennaio, ha ascoltato il Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Raffaele Cantone.
Sono disponibili, il video con trascrizioni automatiche dell’intervento dell’audizione al Senato sul sito di Radio Radicale e il solo video anche in alta qualità sul sito del Senato, sul sito del Senato è disponibile la pagina relativa all’audizione
Giovedì 2 febbraio 2023, Giovanni Nazzaro
Giovedì 2 febbraio, la 2a Commissione Giustizia ha incontrato Mitja Gialuz, professore ordinario di diritto processuale penale, Luca Turco, Procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Firenze, Giovanni Nazzaro (audizione al mimnuto 00h:58m:20s del video), Direttore della Lawful Interception Academy, Giovanna Ceppaluni, Presidente della sezione GIP del Tribunale di Napoli, e Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo.
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia e del Managing Director di RCS S.p.A. Sono intervenuti in audizione Francesco PRETE, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia e Alberto NOBILI, Managing Director di RCS S.p.A..
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni di un professore associato di diritto penale e del direttore amministrativo della RCP S.p.A. Sono intervenuti in audizione Roberto BORGOGNO, professore associato di diritto penale e Raffaele ANDREOZZI, direttore amministrativo di RCP S.p.A..
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni del Procuratore della Repubblica di Catania e del Procuratore della Repubblica di Palermo. Sono intervenuti in audizione Carmelo ZUCCARO, Procuratore della Repubblica di Catania, e Maurizio DE LUCIA, Procuratore della Repubblica di Palermo.
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Seguito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni del Presidente della Camera penale di Roma, di un giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Napoli Nord, del fondatore di Area S.p.A. e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Venezia. Sono intervenuti in audizione Gaetano SCALISE, presidente della Camera penale di Roma, Giuseppe CIOFFI, giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Napoli Nord, Andrea FORMENTI, fondatore di Area S.p.A., e Bruno CHERCHI, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Venezia.
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni di una professoressa ordinaria di diritto processuale penale e del Presidente di I.L.I.I.A. (Italian Lawful Interception & Intelligence Association). Sono intervenuti in audizione Antonella MARANDOLA, professoressa ordinaria di diritto processuale penale, e Tommaso PALOMBO, Presidente di I.L.I.I.A. (Italian Lawful Interception & Intelligence Association).
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni di due avvocati del Foro di Roma, di un magistrato a riposo e di un perito elettronico esperto di trascrizioni. Sono intervenuti in audizione Antonio Paolo PANELLA, avvocato del foro di Roma, Armando SPATARO, già magistrato ed ora professore presso l’Università Statale di Milano, Angela COMPAGNONE, avvocato del foro di Roma, e Mauro SCALAMBRA, perito elettronico esperto di trascrizioni.
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Seguito indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni: audizioni di due avvocati del Foro di Roma, di un magistrato a riposo e di un pertito elettronico esperto di trascrizioni. Sono intervenuti in audizione Antonio Paolo PANELLA, avvocato del foro di Roma, Armando SPATARO, già magistrato ed ora professore presso l’Università Statale di Milano, Angela COMPAGNONE, avvocato del foro di Roma, e Mauro SCALAMBRA, perito elettronico esperto di trascrizioni
Video con trascrizioni automatiche (Sito di Radio Radicale);
Questa mattina ho tenuto a Roma una audizione sul tema delle intercettazioni per la 2a Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’Indagine Conoscitiva promossa a dicembre dello scorso anno. Nella stessa mattinata sono stati auditi – sempre sul tema delle intercettazioni – anche Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, Bruno Azzolini, Presidente Sezione GIP Tribunale di Roma e Giorgio Spangher, Professore Ordinario di Procedura Penale presso La Sapienza di Roma.
Il mio intervento ha seguito, ad alcuni giorni di distanza, quello del collega Ing. Paolo Reale e – per focalizzare l’attenzione su aspetti tecnici non banali – ho ripreso le importanti questioni da lui sollevate, cercando di chiarirle ulteriormente anche con esempi e spunti di riflessione. Il punto centrale dell’interesse era ovviamente quello dei captatori, programmi equiparabili a malware per la tipologia di comportamento spesso definiti anche trojan di Stato, che rispetto ai mezzi delle intercettazioni tradizionali godono ancora di un alone d’incertezza che si ripercuote, ovviamente, anche sugli aspetti legislativi.
Riprendendo i temi trattati dal Collega Ing. Reale, che ha ben chiarito le ampie potenzialità di questi software che hanno un comportamento simile ai malware, nel mio intervento ho cercato di portare avanti il discorso e ragionare – in base anche alle questioni poste dai Senatori durante la scorsa audizione – su come limitare, controllare, regolamentare (dal punto di vista tecnico, in questo caso) i captatori.
Importante capire il motivo per il quale i captatori sono così rilevanti nell’ambito di alcuni tipi d’indagine, al punto da fornire apporto investigativo enormemente più strategico rispetto alle intercettazioni tradizionali (telefoniche, telematiche, SMS, email, etc…).
La questione principale che li rende così importanti è legata alla protezione dei dati, in particolare alla cifratura, che viene ormai applicata ovunque. I nostri telefoni, i PC portatili, le chat che scambiamo con i nostri contatti, i siti che visitiamo, le telefonate normali ma anche quelle cosiddette “VoIP” (cioè per le quali si utilizza la rete Internet), l’accesso alla posta elettronica e ormai anche alcune mailbox sui mail server presso i provider: è tutto cifrato, cioè i dati viaggiano e vengono salvati sui dispositivi in modo che senza l’opportuna chiave non possano essere decifrate e non sempre la chiave è disponibile o si può ottenere con tecniche di forzatura delle password.
Risulta essenziale limitare, dal punto di vista tecnico, i captatori in modo che possa essere regolamentato oggettivamente:
cosa devono fare, oltre che dove e quando devono operare (problema che con le intercettazioni tradizionali è meno rilevante: quelle telefoniche registrano telefonate, un tracker GPS la posizione, etc…);
chi può avere accesso ai dati captati (problema rilevante e in parte comune con le intercettazioni tradizionali ma che in questo caso è maggiormente sentito).
Per regolamentare questi aspetti, diventa strategica la “certificazione” di cui il collega ha parlato nel suo intervento di giovedì scorso, unita a un “tavolo tecnico” che dovrebbe gestire tali accreditamenti e certificazioni. L’idea è quella di autorizzare “programmi” solo se sono stati prima oggetto di esame, banalmente verificando cosa fanno e chi può poi utilizzare i dati intercettati.
Ovviamente dal punto di vista teorico sembra semplice, ma a realizzarle un tale controllo preventivo dei captatori si rischia di bloccare l’intero processo. Il tempo scorre velocemente nel mondo della sicurezza informatica, un dispositivo sul quale si riesce a installare e far funzionare un malware può non essere più compatibile dopo pochi giorni o settimane, perché ad esempio può essere nel frattempo aggiornato il sistema operativo e il “trucco” utilizzato per “bucare” il sistema non funzionare più.
Altra problematica da affrontare, il fatto che una volta certificato un programma, non dovrebbe essere modificato e dovremmo essere sicuri che ciò che è stato caricato sul dispositivo da intercettare sia proprio il software certificato
Resta poi da capire come garantire che il sistema abbia funzionato come doveva, che abbia captato solo ciò che era stato impostato per captare, quando e dove (posizioni GPS, colloqui con legale, etc…). In sostanza, è essenziale essere certi che nessuno abbia visionato i dati captati in modo abusivo: per poter ottenere questo tipo di garanzia entrano in gioco tracciamento immodificabile e con data certa degli eventi e le tecniche di archiviazione sicura e condivisa di segreti.
Per il tracciamento immodificabile degli eventi, i sistemi devono documentare tutto ciò che avviene in modo che non possa essere tolto, modificato o aggiunto un pezzetto: qui può venire in soccorso il concetto di blockchain, cioè di catena di elementi informativi legati tra loro: tra l’altro si potrebbe fare uso anche delle varie blockchain attualmente in uso per legare i dati a una data specifica (questo per dimostrare che i dati non sono stati alterati, quantomeno ex post). Ovviamente il tracciamento va mantenuto anche sulle attività di visione del materiale captato, oltre a quelle di captazione, così da coprire a 360 gradi il processo e garantire dall’inizio alla fine il ciclo di apprensione e visione dei dati.
Per l’archiviazione sicura, l’idea è di fare in modo che i dati intercettati finiscano in un “contenitore” che soltanto chi è autorizzato possa aprire, se possibile anche impostando combinazioni di profili (es. un PM insieme a un Agente di PG e un Cancelliere).
La tecnologia ci permette di condividere matematicamente un segreto, in modo simile a come potremmo costruire fisicamente uno scrigno che richieda l’utilizzo di più chiavi in contemporanea per essere aperto. Esistono diversi modi per ottenere questo risultato: la mia tesi di dottorato, dal titolo “Security, privacy and authentication in shared access to restricted data“, verteva proprio su uno di questi protocolli, chiamato “Secret Sharing”, ideato dal Prof. Shamir e ideale per schemi di condivisione di segreti in contesti quali l’accesso alle intercettazioni che deve essere regolamentato in modo preciso e robusto.
Nel corso dell’intervento – visionabile integralmente nel link riportato qui sotto – ho cercato di affrontare questi temi, semplificandoli il più possibile e fornendo spunti di riflessione, elementi tecnici e possibili scenari che ritengo d’interesse tecnico per la questione specifica.
Ultimo spunto, certamente avvenieristico e da valutare con cura ma non scartare a priori, è quello di prendere in considerazione l’intelligenza artificiale per poter prendere decisioni in tempi rapidi, fare valutazioni su scenari, posizioni, attività in corso e guidare il sistema nel gestire le situazioni nel modo ottimale. Modelli come OpenAI si stanno dimostrando eccellenti in alcuni contesti specifici e sembrano in evoluzione rapida al punto che tra un paio di anni potranno fornire un apporto in diversi scenari.
I Senatori hanno manifestato vivo interesse circa i captatori con domande e osservazioni anche dopo la breve audizione, il che mi fa ritenere che che questi interventi e quelli che seguiranno potranno fornire validi elementi a supporto di chi deve ascoltare e comprendere il contributo tecnico degli esperti così da poterlo utilizzare per formulare leggi e riforme che permettano lo svolgimento delle indagini nel rispetto della Giustizia e della vita privata delle persone.
Ho, tra l’altro, ribadito la disponibilità dell’Osservatorio Nazionale d’Informatica Forense (ONIF) a fornire il proprio contributo alle Istituzioni avendo ormai da anni messo insieme un gruppo di esperti in informatica forense che con passione dedicano del tempo per sensibilizzare e divulgare ai non addetti ai lavori metodologie, principi, limiti e modalità operative alla base della nostra professione.
Mi auguro di poter essere stato utile e che l’emozione non mi abbia fatto parlare troppo veloce… per chi ha qualche minuto da perdere, l’audizione è visibile sul sito del Senato al seguente link, il mio intervento è al minuto 01h:28m:04s.
Per chi volesse visionare anche l’intervento precedente, del collega Ing. Paolo Reale, sempre per la 2a Commissione Giustizia del Senato della Repubblica come parte del’Indagine Conoscitiva sulle Intercettazioni, può trovare il filmato integrale al seguente link.
Oggi ho tenuto una lezione dal titolo “I profili storici ed evolutivi della mobile forensics” per l’Università Europea di Roma, nell’ambito del Master di I livello in “Intelligenza artificiale. Diritto ed etica delle tecnologie emergenti”. È stata una occasione , per la quale ringrazio l’Università Europea di Roma, di ripercorrere una decina di anni di storia e progressi dell’informatica forense applicata alle perizie su cellulari e poi su smartphone che ormai sono diventate uno degli elementi strategici delle attività d’indagine digitale.
Fa riflettere quanto l’evoluzione storica della mobile forensics – così si chiama la disciplina che si occupa di acquisire e analizzare le prove digitali presenti su smartphone e dispositivi mobili – abbia impattato sul lavoro degli informatici forensi e si rifletta nelle perizie informatiche redatte nel corso del tempo. Tutti i consulenti informatici forensi ricorderanno i periodi in cui le copie forensi erano sostituite da stampe prodotte da software di sincronizzazione con i dispositivi mobili, poi sono arrivati i primi strumenti “ufficiali”, in parte tanto si poteva fare anche con prodotti free od open source, poi è arrivata l’epoca degli exploit e dei bug da sfruttare per poter superare i limiti imposti dai produttori. Fino ad arrivare alle soluzioni commerciali, che oggi hanno un mercato di nicchia ma necessario per chi fa attività di perizia su smartphone, perché permettono di ottenere dati che altrimenti non sarebbe possibile acquisire.
Ci sono state epoche nelle quali l’acquisizione e le analisi delle prove informatiche presenti sui cellulari da parte del CTP Informatico procedeva tramite strumenti embrionali, con metodologie ancora da condividere con la comunità scientifica e dei consulenti forensi, problematiche d’integrità della prova, rischi di perdita di dati, tutte questioni che con gli anni sono andate consolidandosi.
Oggi qualunque CTU informatico conosce i princìpi su cui si basa la mobile forensics e sui quali si costruiscono le perizie informatiche su smartphone, dispositivi mobili ma anche hard disk, pendrive, PC oltre che tutto ciò che riguarda il cloud, la posta elettronica, il web. La lezione sui profili storici ed evolutivi della mobile forensics, tenuta per l’Università Europea di Roma, è stata quindi un’occasione di ragionare sui progressi fatti da tutti coloro che hanno dato il loro contributo a sviluppare la materia, ma anche delle nuove sfide e opportunità che sono emerse negli ultimi anni, con la cifratura, la protezione da PIN lock o biometrica, la quantità di modelli, marche e dispositivi sul mercato, i continui aggiornamenti di sistemi operativi e applicazioni mobili.
Infine, la docenza tenuta per il Master di I livello in “Intelligenza artificiale. Diritto ed etica delle tecnologie emergenti” è stata l’occasione per rispolverare il servizio delle Iene sul recupero dati da smartphone, al quale ho dato un piccolo contributo insieme a colleghi ed amici e il risultato è stato un servizio avvincente, dove la mobile forensics si è mescolata con tecniche di ricerca basate su OSINT, che hanno portato a risultati notevoli, in particolare vista la tecnologia disponibile al tempo e il tipo di dispositivi analizzati.
Ringrazio l’opportunità concessa dall’Università Europea di Roma e spero di poter contribuire nuovamente con attività di docenza a Master, Corsi di Laurea o Corsi di Perfezionamento in ambito d’informatica forense e indagini digitali.