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Corso di Perfezionamento per Magistrati Tributari

Oggi ho avuto il piacere di tenere la lezione su “Investigazioni digitali e criptovalute” tenuta per il Corso di Perfezionamento di Diritto Tributario per Magistrati Tributari e Professionisti abilitati al patrocinio davanti al giudice tributario dell’Università degli Studi di Milano, XVIII edizione.

Corso di Perfezionamento per Magistrati Tributari - Università degli Studi di Milano

Durante la lezione, ho illustrato come dalle tecniche d’informatica forense tradizionale è nata una nuova disciplina, basata su nuovi strumenti e metodologie, nota come “cryptocurrency forensics”, “cryptocurrency intelligence” o “bitcoin forensics” e “bitcoin intelligence” nel caso di riferimento al Bitcoin, che si occupa delle fasi di acquisizione forense delle informazioni in ambito criptomonete e analisi (deanonimizzazione, tracciamento, collegamenti tra wallet, clusterizzazione, etc…) che giorno dopo giorno diventa sempre più strategica. Infine, ho concluso la docenza con alcuni cenni alle attività di sequestro e confisca di criptomonete, non soltanto Bitcoin ma anche con riferimenti a Ethereum, USDT, token e altcoin.

La lezione sulle Investigazioni digitali e le Criptovalute rientra nel 2° Modulo “Fisco, privacy e criptovalute“, nel quale è stata inserita anche la lezione del Dott. Stefano Capaccioli su Bitcoin, criptovalute e Iva, con la quale viene completato il quadro relativo alla qualificazione giuridica e il trattamento fiscale delle criptovalute. Altro argomento di altissimo interesse tecnico, sempre all’interno del 2° Modulo “Fisco, privacy e criptovalute“, è quello tenuto dal Dott. Onofrio Signorile sulla ricerca di dati su fonti aperte come nuovo strumento delle indagini fiscali.

La brochure ufficiale, presente anche sul sito dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Giuridiche ‘Cesare Beccaria’, del Corso di Perfezionamento di Diritto Tributario per magistrati tributari e professionisti abilitati al patrocinio davanti al giudice tributario, XVIII edizione, è scaricabile al seguente link.

Convegno di Diritto Penale sulla Digital Forensics

Nella giornata di martedì 25 gennaio 2022 si terrà il Convegno di Diritto Penale sulla Digital Forensics, organizzato dallo Studio Legale Tosto, Studio Legale Buonuomo & Partners e Associazione IISFA, introdotto e moderato da Pietro Di Tosto, Aldo Minchelli e Andrea Bono, con la partecipazione di Gerardo Costabile, Patrizia Giusti, Antonio Fabio Vigneri e Paolo Dal Checco.

Convegno IISFA sulla digital forensics nel diritto penale

Il Dott. Gerardo Costabile parlerà di mobile forensics e best practice, ragionando sulle questioni di ripetibilità e irripetibilità delle acquisizioni forensi di smartphone e dispositivi mobili.

L’Avv. Patrizia Giusti parlerà di Intelligenza Artificiale e Internet of Things, la conquista cibernetica e le lacune normative.

Il Dott. Antonio Fabio Vigneri parlerà di Terrorismo Cibernetico e Diritto Penale, concentrandosi sui profili problematici di definizione e contrasto.

Io parlerò di cristallizzazione della prova digitale nel tempo, concentrando l’attenzione sulle fasi successive alla copia forense e acquisizione delle evidenze digitali, nelle quali è essenziale che l’attività e la copia forense venga cristallizzata anche nel tempo.

Copia forense e cristallizzazione della prova digitale nel tempo

Sempre più importante e strategica in informatica forense per i processi civili e penali, la cristallizzazione della prova digitale e della copia forense anche dal punto di vista temporale è bene che rispetti specifici protocolli e metodologie, così da poter dimostrare a posteriori che le evidenze informatiche esistevano nel momento in cui sono state acquisite e garantire l’integrità del loro contenuto. Durante il convegno odierno, mostreremo come cristallizzare prove elettroniche quali email, hard disk, chat, fotografie o filmati e “congelarne” nel tempo lo stato. 

La brochure del Convegno sulla Digital Forensics nel Diritto Penale è disponibile al seguente link, in formato PDF.

L’informatica forense per l’eredità digitale su Focus Familia

Sul numero di maggio della rivista Focus Familia è stato gentilmente pubblicato un mio articolo intitolato “Il contributo della Digital Forensics all’eredità digitale“, nel quale affronto i temi legati alla perdita – od ove possibile al passaggio – d’informazioni legata alla perdita delle persone.

Focus Familia - Rassegna Giuresprudenziale

In particolare, sulla Rassegna Giurisprudenziale dedicata al Diritto di Famiglia, in tema di eredità digitale nell’articolo di Focus Familia tratto e approfondisco tre temi spesso affrontati durante le attività quotidiane di perizia informatica forense:

  1. l’accesso ai dispositivi informatici, protetti in genere da una password impostata dal defunto e molto spesso non nota ai suoi parenti, che perdono l’accesso a dati, informazioni, conti bancari, password e ricordi anche della loro vita con i cari estinti;
  2. l’accesso alle aree web, cloud o account remoti degli utenti passati a miglior vita, che come nel caso Apple trattato dalla Dott.ssa Guglielmetti spesso non viene concesso agli eredi, figli o congiunti di chi è scomparso;
  3. l’eredità digitale in criptovalute (es. Bitcoin, Ethereum, Zcash, Monero e altre criptomonete) che i defunti spesso non hanno provveduto a condividere – prima della loro morte – con chi rimane in vita, che quindi non ha modo di accedere al wallet lasciato in eredità dai loro cari.

Molto interessante l’editoriale a cura della collega Marilena Guglielmetti dal titolo “Mutatis mutandis: il cambiamento tecnologico, gli effetti sulla nostra vita e le sinergie tra professioni” oltre al contributo su “Storico del diritto e pioniere del digitale: il notaio oggi” del Notaio Dott. Fabio Auteri.

La rivista è scaricabile gratuitamente da questo link.

Account Instagram, Facebook e Whatsapp hackerati: nuovo servizio per Le Iene

Continua la collaborazione con Le Iene come consulente tecnico: questa sera è andata in onda la puntata de Le Iene durante la quale Nicolò De Devitiis ha presentato alcuni casi di hackeraggio di account Instagram, Facebook e Whatsapp che hanno portato alla perdita dell’account da parte dei legittimi proprietari, che spesso lo utilizzavano anche per attività lavorativa, oltre che per diletto.

Il mio piccolo contributo al servizio come consulente informatico de Le Iene sugli account Instagram, Facebook e Whatsapp hackerati è stato quello d’illustrare tecnicamente come vengono attaccati i profili e come ci si può difendere. Il problema dell’hacking di account e conseguente hijack, cioè appropriazione da parte di terzi e dirottamento, è sempre più frequente e spesso colpisce negozianti, aziende, VIP che utilizzando il Facebook Business Manager gestiscono le proprie pagine o il proprio advertising e di colpo vengono tagliati fuori dal proprio account, spesso trovandone un altro al suo posto, con conseguente perdita anche delle pagine gestite tramite Facebook Business Manager o dei profili Instagram. Lo stesso avviene anche per gli account Whatsapp, che ultimamente subiscono furti e attacchi da parte di soggetti che inviano il codice a sei cifre di accesso a utenti ignari che poi lo comunicano perdendo così il proprio profilo, che rimane a volte fino a sette giorni in uso agli attaccanti.

Paolo Dal Checco a Le Iene su Hack di Profili Instagram e Facebook

In diversi casi, a seguito del furto e hacking dei profili Facebook e Instagram sono arrivate alle vittime richieste di riscatto in bitcoin per poter riavere accesso al proprio account. Nel servizio dove ho svolto attività di consulente informatico de Le Iene Nicolò De Devitiis ha provato a contattare uno dei ricattatori che, una volta rubato un profilo Instagram, chiedeva il riscatto di 300 dollari per restituire il maltolto.

In sostanza, esistono diverse maniere di hackerare un profilo Facebook o Instagram, in genere quella più semplice è tramite riutilizzo di password, ma anche il furto di cookies che spesso avviene tramite pagine di phishing o App che simulano l’accesso con identficazione tramite Facebook ma in realtà procedono con la sottrazione dei token di autenticazione.

Le Iene - Hackerati Profili Instagram, Facebook e Whatsapp

Una delle possibili contromisure è quella d’impostare un secondo fattore di autenticazione – detto anche 2FA – che permetta agli utenti di proteggersi anche nel caso in cui la loro password venisse resa nota agli attaccanti tramite phishing, brute force oppure riutilizzo di credenziali.

Ovviamente l’autenticazione a due fattori non è la panacea ma in diversi casi un semplice messaggio SMS sul cellulare, una App di autenticazione o una chiavetta Yubikey possono proteggere dal furto dell’account Instagram, Facebook ma anche Linkedin, Twitter o di posta elettronica.

L’amico Stefano Fratepietro ha poi spiegato come sia difficile recuperare un account Instagram o Facebook rubato e hackerato, perché ci sono così tante richieste di ripristino di account hackerati che Facebook e Instagram – essendo servizi gratuiti – non riescono a stare dietro a tutti. La soluzione quindi è cercare di evitare di farsi sottrarre i profili Instagram e Facebook proteggendoli ad esempio con autenticazione a due fattori, che però essendo facoltativa e non obbligatoria spesso non viene utilizzata.

Servizio sulle truffe bancarie con Striscia La Notizia

Oggi è andato in onda il servizio di Max Laudadio per Striscia La Notizia dal titolo “Il raggiro del finto call center Banca Intesa” dove il conduttore intervista diverse vittime di una truffa ben nota al termine della quale i conti correnti vengono svuotati tramite bonifici fraudolenti immessi da criminali che hanno avuto accesso al conto bancario tramite App o web banking.

Questo tipo di truffe è ormai nota alle Forze dell’Ordine ma purtroppo ancora sconosciuta a molti correntisti che, fidandosi delle telefonate o degli SMS apparentemente provenienti dai numeri della banca, comunicano credenziali o accettano d’installare software non verificato sul proprio smartphone, con il risultato che i delinquenti hanno la possibilità, a un certo punto, di disporre bonifici o persino fare ricariche di carte di credito o prelievi di contanti al bancomat.

Paolo Dal Checco a Striscia La Notizia

Durante il servizio per Striscia La Notizia ho dato il mio piccolo contributo con alcune considerazioni tecniche sulle modalità con le quali i truffatori riescono a telefonare alle vittime o inviare SMS fingendosi la loro banca, facendo comparire come mittente il numero di telefono o il nome esatto dell’istituto bancario e traendo così in inganno i correntisti.

Esistono infatti diverse App e servizi online – così come conferma anche Banca Intesa San Paolo in un comunicato ufficiale a Striscia La Notizia – che permettono di fare telefonate o inviare messaggi di testo SMS mascherando il mittente con numeri di telefono o nomi a scelta, agevolando così purtroppo le truffe definite “vishing” (voice phishing) e “smishing” (SMS phishing) basate proprio sul mascheramento del numero o dell’identità del chiamante.

Spiegazione fornita da Intesa San Paolo a Striscia La Notizia delle truffe tramite telefonate o sms fraudolenti.

La truffa delle telefonate e degli SMS provenienti da finti call center colpisce non soltanto Banca Intesa San Paolo e i suoi correntisti, ma anche clienti di altre banche, proprio perché purtroppo chi riceve una telefonata non ha modo di verificare se il numero del chiamante è autentico oppure mascherato tramite uno dei servizi di caller id spoofing.

Per questo motivo, i consigli che vengono proposti da Banca Intesa San Paolo e riportati a Striscia La Notizia sono da seguire alla lettera:

  1. mai fornire codici ricevuti via SMS o telefonata a presunti operatori che chiamano o inviano SMS, con la minaccia di “chiudere il conto” in caso di mancata comunicazione;
  2. mai fornire credenziali del proprio profilo online via telefono o messaggio;
  3. mai inserire nome utente e password in siti ove si è arrivati cliccando su link ricevuti via email, sms o indicati tramite call center;
  4. mai installare App su richiesta di operatori della banca, soprattutto App non presenti all’interno dello store ufficiale.
Consigli di Intesa San Paolo per evitare le truffe

A questi consigli forniti da Banca Intesa San Paolo per rendere consapevoli i propri clienti dei rischi delle telefonate e degli SMS fraudolenti, possiamo aggiungere anche l’indicazione di non cliccare mai su link ricevuti via email o telefono, di chiamare sempre la banca digitando il numero ufficiale (non richiamando il numero da cui si è ricevuta una chiamata o un messaggio di testo), di non fidarsi di chi contatta insistendo sulla comunicazione di dati, codici, cifre, nominativi o altro che possa permettere ai delinquenti di accedere al proprio conto bancario e disporre bonifici, fare versamenti tramite carte di credito o prelevare contanti al posto.nostro.