Archivi tag: google drive

Contro il Revenge Porn con Le Iene

Nel servizio de Le Iene andato in onda giovedì 26 novembre 2020 si è parlato di revenge porn e di come numerose donne cadano vittima di questo tipo di attacchi, peraltro non sempre motivati da vendetta da parte di ex mariti o compagni ma spesso semplicemente a seguito di attacchi a piattaforme cloud come iCloud, Google Drive o Dropbox e talvolta con attacchi di hacking su Instagram, Twitter o Facebook.

Il mio piccolo contributo per questo servizio de Le Iene è stato quello di spiegare come possono accadere questi episodi di hacking di iCloud, che in realtà con l’hacking icloud hanno spesso ben poco perché si tratta più frequentemente di attacchi di phishing o social engineering, mirati a ottenere le credenziali di iCloud tramite le quali accedere e scaricare il contenuto dei backup delle foto, filmati, note, audio e video delle vittime.

Paolo Dal Checco con le Iene su Hacking e Phishing iCloud

Ciò che è successo a Guendalina Tavassi – la protagonista del servizio de Le Iene – su iCloud a seguito di hacking o phishing è infatti piuttosto frequente e spesso avviene in contesti diversi: numerose sono infatti le richieste di supporto a seguito di hacking di profili Instagram o pagine Facebook.

In tali situazioni, spesso le vittime si chiedono come ottenere nuovamente il possesso del profilo Instagram rubato o delle pagine Facebook sottratte, cosa non banale soprattutto se sono assenti alcune delle misure di sicurezza base come la doppia autenticazione tramite 2FA, la conferma dell’utenza telefonica su cui inviare codici di sicurezza (che però può essere attaccata tramite sim swap e quindi non è totalmente affidabile) o il mancato legame ad esempio di account Instagram a profilo Facebook.

Il consiglio che si può dare per ridurre il rischio di perdere i propri dati o i propri account è quello di non cliccare sui link ricevuti via email, ma anche Whatsapp o SMS, non fornire il proprio telefono, username e password, diffidare da potenziali soggetti che promettono di recuperare account a fronte della comunicazione di altre credenziali, cosa chiaramente finalizzata a ottenere ulteriori punti di accesso nei profili della vittima.

I reati informatici e tramite internet: le best practice in materia d’Informatica Forense

Venerdì 30 ottobre 2020 si terrà la lezione sui reati informatici e tramite internet parte del V Corso 2019-2020 Biennale di Alta Formazione Specialistica dell’Avvocato Penalista dell’unione Delle Camere Penali Italiane (UCPI) durante la quale sarò relatore insieme agli Avv.ti Luca Lupària e Carlo Blengino, con moderazione dell’Avv. Paola Rubini.

UCPI - I reati informatici e tramite internet, Le best practices in materia d’Informatica Forense

Gli interventi dei legali Avv.to Blengino e Lupària verteranno sugli aspetti sostanziali dei reati informatici con focus su alcuni reati specifici e questioni di merito, con approfondimenti sulle profili processuali e di scenario dei reati informatici.

Il mio intervento all’interno del Seminario UCPI verterà sulle best practice in materia d’informatica Forense con particolare riguardo all’acquisizione forense delle prove digitali. Durante la lezione mostrerò quali sono i princìpi, le metodologie e gli strumenti utilizzati nel corso delle perizie informatiche svolte dal consulente informatico forense per cristallizzare le prove informatiche a fini legali, così da permettere ad Avvocati e Studi Legali di produrre querele, memorie, ricorsi, repliche in ambito penale e civile basate su evidenze informatiche solide e incontestabili.

Verranno analizzate le varie casistiche in cui si rivela necessaria e strategica un’attività di copia conforme certificata di dati a fini probatori, per utilizzo in Tribunale, con redazione di un verbale di copia forense e una perizia informatica a corredo. Si partirà dalle copie forensi di hard disk, pendrive, dischi esterni o memorie di massa, mostrando come tramite l’utilizzo di software e live CD (es. Tsurugi, DEFT, Caine, Paladin, Raptor, etc…) e di strumenti (Falcon, Tableau, Ditto, etc…) è possibile produrre copie o immagini forensi del contenuto di un supporto di memorizzazione.

Si passerà poi all’esame delle modalità e strumenti utilizzati per cristallizzare prove su smartphone, cellulari, dispositivi mobili fino ad arrivare alla IoT Forensics e all’acquisizione forense di dispositivi IoT. Vedremo come produrre in Giudizio conversazioni e chat Whatsapp, Facebook Messenger, Telegram ma anche SMS, email, foto o video contenuti su smartphone e tablet. Sempre legati al mondo dei telefoni e smartphone, verranno presentate le questioni relative all’acquisizione di tabulati, delle telefonate, degli SMS, della navigazione su Internet ma anche dell’utilizzo delle App, mostrando come spesso vengono richiesti tabulati di Whatsapp, Facebook Messenger, Instagram, Twitter, Instagram utilizzati per comunicare via chat ma che lasciano evidenze in ambiti diversi, talvolta sullo smartphone, talvolta direttamente sul profilo.

Non sempre i dati si trovano su PC o smartphone, sempre più spesso si localizzano infatti su cloud, VPS o su server di posta elettronica: verranno quindi presentate alcune modalità e tool con i quali il perito informatico può fotografare in maniera forense le informazioni presenti sul cloud come Dropbox, Google Drive, iCloud, etc… o salvare come prova messaggi di email e posta elettronica o PEC a fini probatori per uso in Tribunale. Sempre più spesso infatti vengono richieste perizie e analisi forensi su email, posta elettronica, PEC, sia in termini di contenuto e verifica di eventuali manipolazioni, sia in termini di log, tabulati e utilizzo delle caselle di posta.

Infine, si proseguirà con un approfondimento sulle modalità e gli strumenti con i quali è possibile svolgere acquisizioni forensi di prove digitali di pagine e siti web per utilizzo in Tribunale. La produzione in Tribunale di prove online è un argomento sempre più frequente, poiché buona parte delle nostre vite si è spostata sul web, su Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter, sui social network o siti web. Nasce quindi l’esigenza di salvare una copia “autenticata” di un sito web o di sue pagine, così come di profili Facebook, post o commenti.